mercoledì 6 dicembre 2006

L'Imperiale e il Movimento

Da questo preciso momento, il Movimento Libertario adotta il bilinguismo e sceglie di sviluppare al suo interno interesse e uso della lingua imperiale. Ammetto che questo non sia un fatto degno di un intero articolo, ma mi riporta a considerare un argomento che di articoli ne meriterebbe almeno dieci al giorno, e scritti in Imperiale: l'indipendenza.
In tempo di elezioni politiche, quando io ero ancora alle prese con la nuova posizione assunta nel Movimento, dissi che noi non siamo schiavi di nessuno, perchè nessuno ci ha messo in catene e mi chiesi, per arrivare poi a formulare l'idea, che cosa significasse allora per una micronazione la parola: indipendenza.
Ebbene, la mia risposta è sempre la stessa. Noi siamo tuttora dipendenti dalla cultura che ci ha formati e ancora ci forma, siamo ancora dipendenti dall'italiano e forse dall'orgoglio che ci viene il saperlo usare, siamo dipendenti (non tutti) dall'affetto che ci lega al paese italiano. E posso continuare..
Ora, per molti di questi fattori la soluzione è sempre la stessa, e questa soluzione si chiama: CULTURA. Ma preferisco specificare aggiungendo qualche aggettivo: autonoma, autoctona, creativa, innovatrice. Autonoma e autoctona, perchè bisogna che questa cultura parti dai nostri individui perchè questa sia sentita e apprezzata. Creativa e innovatrice, perchè tutto ciò che è nuovo per forza di cose si allontana dall'opacità italiana.
Preciso ancora una volta: noi non vogliamo obbligare nessun cittadino a usare l'imperiale, nessuno. Ma ci tengo anche a dire che questo è un obbligo per chi all'Impero tiene, per chi ha a cuore il micronazionalismo e la sua applicazione, per chi è orgoglioso di dirsi cittadino Imperiale.
Vorrei concludere citando il motto del collega e amico Manolo e del MA&L tutto: "Nimie vocabulos: pragmas!"
Fatti, non parole. E se qualche parola la dovete dire, ditela in Imperiale!
Pragmas!

1 commento:

Hannibal ha detto...

Intervengo per esprimere la mia opinione a riguardo,opinione che si discosta leggermente dal mio capopartito nonche autore dell'articolo.
Premetto che accolgo positivamente e sostengo sia l'introduzione dell'imperiale come lingua propria nazionale sia l'introduzione del bilinguismo all'interno dell'MLI perchè fattore di novità e progresso culturale.Ma vorrei precisare come,a mio avviso,l'utilizzo di una lingua proveniente da un altro stato come l'italiano non limiti assolutamente l'indipendenza della micronazione.Porto come esempio i molti stati che in passato furono colonie europee e che hanno quindi subito una forte influenza culturale da parte dei colonizzatori;queste nazioni hanno lingua e cultura molto simile e in molti casi pressocche uguale a quella dei paesi con cui entrarono in contatto ma non per questo non sono indipendenti.Questo per spiegare che secondo me la lingua specialmente e in genere molti aspetti culturali sono solo accessori e non indispensabili all'indipendenza.Con questo non sto dicendo che comunque non siano fattori importanti per una nazione,ma che subire l'influenza culturale di un altro stato non è un fattore che preclude l'indipendenza di quel paese.
Ancor piu sbagliato è distinguere i veri imperiali,coloro cioe che tengono alla nazione,da coloro che non ci tengono,in base a questo criterio,perchè un cittadino puo benissimo sentirsi parte del proprio stato partecipando alla vita politica attivamente ma nello stesso tempo potrebbe non sentire propri alcuni degli usi e costumi tipici dello stato stesso;un esempio puo essere il credo religioso.
Concludo col dire che comunque nonostante questa precisazione,io sono d'accordissimo con l'introduzione dell'imperiale ma attenzione a non imporlo indirettamente ai cittadini tramite questa distinzione veri cittadini,falsi cittadini,in questo modo si rischia di farne un dogma e di limitare la libertà dei cittadini stessi.

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